Parlare di educazione sessuale a scuola vuol dire includere anche gli aspetti dell’emotività e dell’affettività, che completano il benessere e la salute di ogni persona. In Italia purtroppo si tratta di una materia consigliata, ma non obbligatoria come le altre.
Educazione sessuale, affettiva ed emotiva
Quando si parla di sessualità si intende un tema centrale che copre tutto l’arco della vita di un individuo. Non include soltanto il sesso, ma anche aspetti come l’identità di genere, l’erotismo, il piacere, la riproduzione. La sessualità si esprime e si sperimenta attraverso una serie di pensieri, desideri e convinzioni che nell’arco della vita subiscono le più varie influenze. L’esperienza viene condizionata dal contesto biologico, psicologico, sociale, religioso, economico, ecc…
Reticenze infondate
L’introduzione di questa materia nelle scuole ha sempre riscontrato delle forti resistenze, basate su paure e preconcetti infondati. Il timore principale riguarda la sensazione di affrontare certi argomenti troppo presto, togliendo ai piccoli la loro naturale purezza. Cadendo però nell’errore di arrivare ad affrontare questi temi quando ormai è troppo tardi.
Spesso le reticenze bloccano le proposte per introdurre l’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole. Questi sono i luoghi che i bambini e i ragazzi frequentano per il maggior numero di ore. Perciò quale posto più idoneo per discutere di queste tematiche e recepire modelli comportamentali sani. La scuola in questo modo diventa un reale tramite fra famiglie, società e servizio sanitario. Ciò che il bambino incamera come modello responsabile da seguire un giorno si tramuterà in una scelta affidabile per la propria vita.
Unione Europea e OMS
Secondo gli standard suggeriti dall’Unione europea, l’educazione sessuale dovrebbe rappresentare sia una disciplina di studio che una materia d’esame. Il fine della proposta è fornire importanza e attenzione a questi argomenti, innescando l’interesse dei ragazzi. A livello organizzativo dovrebbe essere affrontata in modo multidisciplinare, secondo i punti di vista delle varie materie di studio.
Inoltre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di un percorso continuativo, che abbraccia tutto l’arco della vita di un essere umano. Per cui l’educazione sessuale nelle scuole a sua volta si basa su un progetto che si modella di volta in volta sulle esigenze di cambiamento e crescita dei ragazzi. Per questo è importante che un concetto sia adeguato all’età dell’alunno. Lo stesso argomento viene riproposto nel tempo, adeguandosi di volta in volta all’età e alla crescita del ragazzo. Motivo per cui sarebbe consigliata l’introduzione della materia fin dalla scuola primaria.
La situazione europea
La situazione europea è tutt’altro che omogenea. In alcuni Paesi come il Portogallo l’educazione sessuale comincia a cinque anni, mentre in Spagna, Cipro e Italia si sale a quattordici. Nei casi in cui si avvia alla scuola secondaria, i concetti della materia riguardano soprattutto i ‘contatti sessuali’. Nei Paesi invece in cui si comincia in tenera età, oltre a questi argomenti, si affrontano aspetti come amicizia o sentimento d’attrazione. L’interrogativo di conseguenza riguarda l’efficacia che si ottiene con un programma proposto solo a partire dalla scuola media. Senza aver gettato solide basi durante gli anni centrali della scuola primaria. I bambini che frequentano le prime classi delle scuole elementari hanno già delle preconoscenze sulla sessualità. Ed è proprio all’interno dell’ambiente scolastico che dovrebbero poter trovare le risposte ai propri quesiti. L’incontro e il confronto con gli adulti è necessario per una crescita produttiva nel bambino.
L’arretratezza italiana
La situazione italiana non è fra le più rosee in Europa. L’educazione sessuale viene proposta ai ragazzi di 13-14 anni, cioè abbastanza tardi rispetto alle disposizioni europee. Inoltre non essendo una materia obbligatoria, ogni istituto decide in piena autonomia. Determinando così una situazione tutt’altro che omogenea sul territorio nazionale. Perché molte proposte di legge indirizzate all’introduzione obbligatoria nelle scuole sono state purtroppo sempre respinte.