Riprendere gli studi dopo averli interrotti non è mai una cosa semplice, soprattutto quando l’età non è più all’interno di una fascia in cui la formazione scolastica è considerata standard. Se ci fosse davvero l’intenzione di portare a termine la formazione, il primo step da seguire, per forza di cose, sarebbe quello di consultare i prezzi dei corsi per il recupero degli anni scolastici, ma c’è molto altro.
Sul mercato del lavoro l’attestato di diploma si è gradualmente trasformato negli anni da una caratteristica distintiva, ad un valore aggiunto, fino a diventare quasi una richiesta basilare. Questo discorso ha influenzato anche la fascia superiore di formazione, ossia la laurea, sia essa triennale, magistrale o dottorato. Complicandosi anche su un livello legislativo, adesso l’assunzione deve tenere conto di un determinato iter di raccolta e selezione tra differenti figure valutate.
In questo contesto così differente, al di là della soddisfazione professionale, ha un senso strategico portare a termine i propri studi? Vediamo
Iniziamo dai numeri, con l’ISTAT
Unapubblicazione dell’ISTAT del 2018 ha stimato come, nella popolazione tra i 25 e i 64 anni, in Italia il 60,9% della popolazione ha almeno un titolo di studio secondario superiore. Andando a vedere la media europea, questo dato rispecchia un certo gap, nello specifico del 16,6% (la media UE è 77,5%). Nonostante il divario non sia indifferente, dal 2008 l’ISTAT ha comunque individuato un trend di crescita positiva costante in merito, addirittura maggiore rispetto a quella dell’unione.
Parte di questa statistica può anche essere imputata ad un alto tasso di abbandono scolastico: tra i 18 e i 24 anni, il 14% degli studenti a livello nazionale ha deciso di interrompere il proprio percorso formativo, con un picco del 18,5% nel meridione.
Tra i dati maggiormente interessanti abbiamo un livello di istruzione più elevato per le donne: il 63% ha almeno un titolo secondario superiore, mentre il 21,5% ha conseguito un titolo di studio terziario. La controparte maschile registra le rispettive percentuali al 58,8% per titolo secondario e 15,8% per il terziario. Ulteriormente, le statistiche femminili hanno previsioni di crescita superiori a quelle degli uomini.
Le statistiche dunque sono abbastanza chiare: per un migliore inserimento lavorativo conseguire un diploma rappresenta una buona opportunità, e sempre più persone lo stanno capendo.
Come partire con il piede giusto?
I motivi per iscriverti ad un percorso di formazione sono tanti e tutti diversi: mettersi in gioco al rientro dalla maternità, necessità di trovare un impiego dopo un licenziamento o una separazione, seguire una passione, anche solo il desiderio di regalarsi una laurea.
Ma ci sono alcuni accorgimenti per risparmiare tempo ed energie ottenendo un risultato migliore? Sì, vediamoli insieme:
- Inizia la selezione dell’istituto considerando i tuoi tempi: le chance che tu sia un lavoratore o comunque una persona con certi ritmi non modificabili sono alte, pertanto il nostro primo consiglio è di trovare gli orari in cui determinati tirocini e/o lezioni hanno obblighi di frequenza e regolarti di conseguenza. Alcuni atenei comunque prevedono lezioni serali e appelli extra, pensati per studenti-lavoratori o per chi ha particolari esigenze (come l’accudire un figlio)
- Attento alle facoltà a numero chiuso: dopo aver preso il diploma, potresti decidere di continuare gli studi. Alcuni indirizzi come medicina, architettura o ingegneria prevedono un accesso limitato attraverso la formula del numero chiuso. In questo caso, non solo le chance di potersi inserire saranno minori per via della competizione, ma a parità di punteggio viene data priorità al candidato di età inferiore. Pertanto in caso di scontro a pari punteggio, un volontario non più giovane come voi rischierebbe maggiormente di essere escluso.
- Le formule triennali sono la strada più indicata: un corso di durata inferiore permette di concludere il proprio percorso più velocemente e inserirsi con un titolo “pronto” da subito sul mercato. Questo discorso è specialmente valido in settori come l’informatica o le nuove tecnologie, dove l’esperienza è preziosa tanto quanto un titolo di studio certificato, ed un adulto con le idee chiare sarà in grado di offrire entrambi.
Queste indicazioni rappresentano una buona infarinatura di base per tutto ciò che ruota intorno alla formazione dei cosiddetti “over”. Siamo sicuri che con una buona dose di volontà, un minimo di pianificazione e la consultazione di materiale in merito (anche sul nostro sito), un diploma di maturità euna laurea triennale siano un traguardo raggiungibile ed una soddisfazione personale di tutto rispetto.