La pubblicità ha assunto, nel corso degli ultimi decenni, un’impronta sempre maggiore nelle strategie di marketing e di vendita; grazie anche alla svolta epocale determinata dalla progressiva quanto inesorabile digitalizzazione di quasi ogni aspetto della quotidianità, l’advertising è ormai un riferimento primario per ogni genere di azienda che operi nell’ambito di un qualsiasi settore economico o merceologico. Non stupisce, quindi, che le campagne pubblicitarie vengano ormai da tempo affidate a figure specializzate, professionisti in grado di pianificare ed implementare strategie accurate, pensate ‘su misura’ per il committente e che sfruttino canali diversificati. Tra le figure che più spesso contribuiscono alla realizzazione di una pubblicità, curandone la parte prettamente grafica, vi è quella del grafico pubblicitario: in questo articolo vedremo quale tipo di formazione deve avere un professionista di questo tipo e di cosa si occupa principalmente.
La formazione di base
Un grafico pubblicitario deve poter contare innanzitutto su un’adeguata carriera scolastica ed accademica; è importante, per non dire indispensabile, una formazione di tipo artistico (liceo artistico o l’Accademia di Belle Arti), da ampliare in ambito universitario, frequentando un corso di laurea o un master in grado di fornire le conoscenze e le competenze necessarie all’inserimento nel settore della grafica pubblicitaria. Ad ogni modo, è possibile prendere in considerazione altre opzioni, ovvero percorsi formativi altamente specializzati come ad esempio il corso di grafica tenuto dal portale specializzato Puntonetformazione. Soluzioni di questo tipo offrono una formazione mirata alla specializzazione professionale, integrando teoria e pratica; grazie all’attestato rilasciato al termine del corso, lo studente può arricchire il portfolio delle proprie referenze ed avere maggiori chance di inserimento nel mondo del lavoro.
Ad ogni modo, al di là della formazione (che ha un’importanza notevole), un buon grafico pubblicitario deve poter contare anche su alcune doti innate, quali l’istinto, il talento e la creatività, che possono essere soltanto coltivate o valorizzate tramite appositi percorsi di formazione.
Come lavora un grafico pubblicitario
Quella del grafico pubblicitario è una figura professionale che può avere due tipi di inquadramento lavorativo: dipendente o libero professionista. Nel primo caso, il grafico sigla un contratto di collaborazione in esclusiva con un’agenzia pubblicitaria (o, in alternativa una che si occupi di comunicazione e marketing ), uno studio di graphic design o un’azienda. Il professionista è quindi alle dipendenze di un soggetto che si occupa di procacciare e commissionare i vari lavori; può essere incaricato di realizzare un progetto da solo oppure eseguire le direttive di una figura manageriale, l’art director. Nel secondo caso, invece, lavora da freelance: in altri termini, si occupa in prima persona di prendere contatto con la committenza.
Di cosa si occupa
In ambito professionale, il grafico pubblicitario ha il compito di occuparsi della parte grafica di un qualsiasi prodotto visivo – cartaceo o digitale – che abbia carattere promozionale, editoriale o divulgativo; nello specifico, cura l’intero processo di realizzazione, che va dalla semplice ideazione (una bozza preliminare, quasi sempre realizzata a matita o a penna) fino alle fasi conclusive di colorazione e finitura dei dettagli più complessi. Per ciò che riguarda i prodotti che possono richiedere l’intervento di un grafico pubblicitario, quelli più comuni sono:
- logotipi; il grafico si occupa dell’ideazione e della realizzazione di ogni elemento della parte grafica di loghi e marchi;
- manifesti pubblicitari, locandine, poster e volantini;
- newsletter (per quanto concerne la parte grafica);
- biglietti da visita e simili (come ad esempio i menù di un ristorante o
- impaginazione editoriale. Si tratta di una mansione specifica, di carattere strettamente settoriale; in tal caso il grafico si occupa del layout e il menabò di impaginazione per riviste, depliant, brochure, cataloghi e pagine di giornale;
- packaging, ovvero l’impostazione grafica delle confezioni di prodotti merceologici di ogni genere.