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CPIA e Unitre: come continuare a studiare dopo una certa età

Mai come in questi tempi una formazione e/o una specializzazione in determinati settori lavorativi ha permesso, nel momento di contatto con il mondo del lavoro, di fare la differenza. Le dinamiche di valutazione ed assunzione dei candidati sono diventate molto più selettive, e per posizioni particolari questa variazione può aver fatto la differenza tra l’assunzione o il rifiuto.

In una situazione simile, valutando un piano sul lungo periodo, cosa si può fare di meglio se non investire nella propria istruzione? Questo discorso è certamente valido per tutti, ma valutare il conseguimento del diploma dopo una certa età permette di porsi in una posizione di vantaggio non indifferente rispetto ai propri coetanei.

Con questo discorso ci stiamo riferendo ad una fascia d’età spesso sottovalutata, ma che rappresenta un valido bacino d’utenza, in costante crescita negli ultimi anni.

CPIA e Unitre: due fenomeni in crescita

Nel 2015 sono stati inaugurati i Centri provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), che hanno mandato in pensione i vecchi Centri territoriali per l’Educazione degli Adulti e gli ex corsi serali. In queste sedi sono presenti percorsi di primo livello (per ottenere il diploma di scuola media) e di secondo livello (per il diploma di maturità). Le statistiche ricavate da Indire mostrano come nell’arco dei sei anni, dal 2009 al 2015, gli studenti adulti iscritti ai corsi serali siano stati oltre due milioni.

In contemporanea possiamo trovare anche l’UNITRE, ossia l’Università delle Tre Età. Nata a Torino nel 1975, ad oggi conta circa 350 sedi distribuite in giro per la penisola e quasi 80.000 associati. Attraverso la proposizione di progetti e iniziative, questo istituto si pone come obiettivo la motivazione e riqualificazione di tutte le persone emarginate o espulse dal ciclo produttivo, per età o ulteriori implicazioni.

CPIA e Unitre: diversi obiettivi per diversi approcci

Le due dimensioni che abbiamo citato, CPIA e UNITRE, sono dedicate a fasce d’età sovrapponibili, ma propongono iter differenti, con conseguenti risultati.

L’offerta dei CPIA comprende i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica, realizzati nelle scuole superiori, ovvero i corsi serali statali, per il diploma o la qualifica professionale.

Un’ulteriore materia di insegnamento è rappresentata dai corsi di lingue, sia straniere sia domestiche. Per ampliare le proprie conoscenze e lanciare uno sguardo all’estero, oppure apprendere le basi della lingua italiana per una migliore integrazione, questi centri saranno in grado di fornire un supporto valido. Tutti questi corsi portano il candidato verso sbocchi lavorativi, ad esempio presso cooperative sociali, fondazioni socio-culturali, enti pubblici e strutture private.

Per quanto riguarda l’UNITRE, invece, il taglio assegnato alle lezioni è più di tipo socializzante, per favorire i contatti e l’intrecciarsi di relazioni tra persone che si trovano in situazioni simili ma provengono da contesti diversi.

Tenute in considerazione queste differenze, è normale aspettarsi anche due livelli differenti di impegno e certificazioni: per i corsi tenuti dai CPIA l’iter formativo si conclude con l’esame di Stato e il rilascio del diploma, legalmente riconosciuto dal MIUR, mentre per le Università delle Tre Età, non essendo previsti esami o verifiche, è sufficiente la frequenza, al termine della quale viene rilasciato un attestato che non ha valore legale.

Un’occasione davvero per tutti

L’ultimo paragrafo si vuole soffermare su quello che probabilmente è l’aspetto più importante, al di là della formazione vera e propria, che viene proposto da queste organizzazioni: l’inclusione. Come abbiamo visto, la varietà dei corsi e di fasce d’età comprese nell’offerta concede occasioni alla portata di chiunque, sia egli ancora dentro o già fuori dal mondo del lavoro. Con l’aumento dell’età pensionistica, le chances di trovare studenti che si mantengono ancora attivamente con un lavoro sono più alte di quanto si pensi. Molti di loro, seppur interessati alla qualifica, partecipano perché in primo luogo interessati agli argomenti trattati, per piacere personale o per mantenere attivo il meccanismo di apprendimento e la conseguente lucidità mentale. Dalla parte opposta, numerosi sono coloro che, già professionisti navigati con decenni di esperienza, cercano semplicemente un modo per certificare queste competenze e renderle riconosciute a livello ufficiale.

Spesso e volentieri la formazione è un argomento in cui si dà per scontata la giovane età dei soggetti coinvolti. Come abbiamo visto, la sete di sapere coinvolge le persone durante tutta la vita, e la presenza di organizzazioni come i CPIA e UNITRE rappresenta un solido ancoraggio per chiunque voglia cimentarsi nel tornare tra i banchi di scuola e mettersi alla prova.

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