La pittura di Davide Leoni: opere uniche e immediatamente riconoscibili

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Se c’è una cosa che distingue un bravo artista da un artista mediocre è la misura della riconoscibilità. Quando guardando un quadro, ascoltando una canzone o leggendo una poesia si riconosce immediatamente il suo autore, dall’impronta del suo stile, allora ci troviamo di fronte alla vera arte. Accade così anche per Davide Leoni, artista (scultore e pittore) pesarese molto conosciuto, classe 1968. che attraverso le sue sperimentazioni con i metalli è stato capace di imprimere anche in pittura uno stile tutto suo.

Le barre su tela: una fusione con il lavoro di scultore

Un esempio di questo discorso lo si ha nella pittura di Leoni, in particolare nella serie delle Barre su tela. Il metallo delle barre che già viene utilizzato con successo nella scultura, lo si ritrova anche sulla tela, a delineare una sorta di orizzonte che quasi spezza in due il quadro, o può essere interpretato come una serie di catene montuose. Vi sono perciò paesaggi notturni dipinti in pasta acrilica e quarzo, con barra in alluminio, nel Ciclo blu o nelle Marine o nei Paesaggi, a richiamare scenari innevati dell’Appennino o le coste marine delle Marche. Dal blu si passa poi al rosso, con mono dello stesso colore e barra in Inox. Quando il rosso si alterna al giallo, quasi a sembrare sabbia, e nelle tele con barra in rame, si raffigura anche un omaggio a Burri, Alberto Burri, artista del pieno Novecento originario di Città di Castello, in Umbria, e che al colore rosso ha dedicato le sue opere iconiche. Chiudono infine la serie delle barre le tele “mono” in bianco, in cui il monocromo dato dal quarzo si alterna con la barra in acciaio.

Lamiere, acrilici e le carte: protagoniste le catene

Le barre o la presenza metallica sono presenti anche nella produzione dei quadri della serie “Lamiere” di Leoni, così come negli acrilici. In questi ultimi però il metallo non è inserito plasticamente, ma evocato attraverso la tecnica pittorica. Ecco dunque i dipinti in acrilico e quarzo che richiamano ad albe sulla spiaggia, o a paesaggi bianchi che ricordano i monti innevati o in mono, nella versione Blu klein oppure in nero.

 

La pittura astratta e il significato delle barre secondo la critica

Come è stato notato dalla critica più arguta, in particolare da Chiara Voltarel, “La linea dell’orizzonte, delineata da una barra, può ricordare una marina spazialista, vicina alle vedute veneziane di Virgilio Guidi. Così, apparentemente, Davide Leoni potrebbe richiamare i paesaggi del suo paese, che è Pesaro. I suoi quadri potrebbero altrimenti offrirsi come immobili vedute, spazi che liberano verso montagne lontane, così come appaiono quando il cielo è terso, su cui le cime si stagliano. Tutto questo si verifica solo apparentemente. Perché questa lettura è solo la superficie, è solo la pellicola, l’evidenza, è la valenza estetica che cela un’arte densa, profonda, forte, che non è certo l’essenza dell’artista pesarese”. Voltarel afferma dunque che “Le opere di Davide Leoni ci vengono incontro, ci affrontano con una barra, ci bloccano, non danno spiegazioni; ci stimolano piuttosto a cercare, ad andare oltre, a capire ed interrogarci. Se per gli spazialisti, nella loro rivoluzione artistica, l’orizzonte è stato spostato all’infinito, in Leoni l’orizzonte si propone potente nella nostra dimensione, nell’oggi ed ora, mentre, il prima e il dopo, dipendono da noi, li intravediamo, li ricordiamo, li immaginiamo. Sono opere enigmatiche e misteriose solo, ancora una volta, apparentemente. Sicuramente intriganti”. È questo che Davide Leoni fa con la sua arte: indaga attraverso lo spazio alla ricerca di luce.

 

Tutte le opere e le informazioni personali dell’artista sono disponibili sul sito web https://www.davideleoni.art/.

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